Oggi si confligge tra chi aiuta di più.
Tra i politici si fa a gara per ottenere il primato di aiutatore (questa parola è scorretta, ma penso che renda l’idea). Se siedi in Parlamento, in Regione o anche nel consiglio di quartiere e non fai vedere pubblicamente che stai aiutando qualcuno non meriti nemmeno la stima del panettiere sotto casa e di un qualunque altro elettore italico.
L’aiutatore di questi tempi però non deve essere un professionista dell’aiuto: troppo comodo. Il professionista lo fa per un interesse (la paga) e allora non vale: non rientra nella categoria degli eletti. L’aiutatore deve essere volontario.
Se sei un professionista dell’aiuto passi direttamente dalla parte dei cattivi, dove stanno i falsi, quelli che ne approfittano delle disgrazie altrui per fare i soldi. Da professionista se hai delle ambizioni, ma non riesci a smettere di lavorare, ti conviene rimanere dietro le quinte, per dare una mano all’aiutatore. Se poi fai il mestiere di aiutare e non hai ambizioni, dovresti anche un po’ vergognarti di fronte alla purezza e alla gratuità con la quale interviene l’aiutatore. Il suo è il gesto etico, lo slancio spontaneo verso l’altro che non vuole nemmeno un grazie: per lui è qualcosa che viene direttamente dal cuore (immagine: indici e pollici delle due mani che formano il cuore).
L’aiutatore è nel giusto perché il suo è un agire che nasce dal buon senso.
Come il nostro ministro più noto e alla moda, noi tutti dovremmo seguire il buon senso che sa distinguere tra chi aiuta perché è il suo lavoro e quindi con tutta probabilità aiuta per finta, senza la gioia di donare, e chi invece non si fa domande e fa, aiuta e basta, donando felicemente il suo tempo, sacrificando al dovere i piaceri personali, egoistici.
L’aiutatore non ha un colore: egli è candido. La sua trasparenza è talmente trasparente che lui, l’aiutatore, quasi non si vede mentre è intento nel descrivere minuziosamente il suo operato davanti a telecamere, sui social e nascosto nelle mille magliette che abbracciano le campagne più giuste e di buon senso e che per questo hanno giustamente milioni e milioni di followers. La sua dedizione alla missione volontaria di aiutatore gli garantirà un posto, se non in paradiso, almeno nel prossimo consiglio di quartiere.
Che sia la sovraesposizione a renderci invisibili?
Penso alla famosa foto (che avrei voluto allegare, ma non me lo fa fare) in cui Salvini è ripreso mentre sta per donare il sangue, con tutta la schiera di fotoreporter intorno
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